mercoledì 13 dicembre 2017

Intervista col vamp...con l'autrice #2: Titta Spinelli

Buon pomeriggio lettori e lettrici, vi avviso prima di tutto che questo potrebbe essere il mio ultimo post prima delle vacanze Natalizie, non ne sono ancora sicura. Se dovessi sparire per un po', in ogni caso, potrete immaginarne il perché.
Arrivando al dunque, oggi ho per voi un'intervista che spero di aver gestito bene, anche perché ci tenevo particolarmente...
Qualche tempo fa vi avevo recensito il libro scritto dall'autrice (qui), di cui di seguito vi propongo l'intervista.



- “COME HO SMESSO DI SOGNARE E HO INIZIATO A FARE” affronta in primis un disturbo, quale la dislessia. Vorresti descriverla, per chi ancora non la conoscesse? 
La Dislessia è una difficoltà che riguarda la capacità di leggere e scrivere in modo corretto e fluente, presenta problemi di apprendimento, difficoltà di attenzione, di concentrazione, di memorizzazione, provoca lentezza nei processi, difficoltà nel trasferire e riutilizzare conoscenze apprese, difficoltà nel linguaggio, problemi di comunicazione. Oggi abbiamo la fortuna che esistono strumenti compensativi che aiutano i bambini nel loro percorso di studio. Spesso si pensa che chi è affetto da Dislessia non è normale, ma non è cosi, il nostro cervello funziona in modo diverso da quelli che magari non sono affetti da nessun sintomo. Le probabili guarigioni
attualmente non esistono, ci sono varie ricerche e studi che cercano di capire il nostro cervello e le sue funzioni.
Io sono del parere che noi Dislessici perdiamo varie funzioni ma acquistiamo altre capacità. 
- Nel mettere per iscritto quella che è stata la tua vita, la tua personale esperienza, come ti sei sentita? Immagino non sia stato facile ricordare…  
Non è stato facile mettere a fuoco tutti i dolori e le sensazioni che ho provato, per tanti anni ho sempre accantonato questo dolore e la sensazione che mi provocava, ho sempre bloccato i miei pensieri creandomi una finta me, non volevo accettare il mio problema. Quando accantoni troppe cose succede che poi non entra più nulla, anzi che non accetti più il dolore, per questo motivo ho iniziato a buttarlo su un foglio di carta e non riuscendo più a fermarmi. Ormai la carta era diventata mia amica, la mia confidente, e le raccontavo ogni cosa, scrivendo ho vissuto per la
seconda volta tutte l’emozioni che mi avevano distrutta, ma con la consapevolezza che io stavo ancora in piedi, ho pianto, mi sono arrabbiata, ho riso, ho capito che non è stata colpa mia, ho capito i miei sbagli ma più di tutto sono guarita grazie al fatto che tutto il dolore ha dato modo a me di perdonarmi. 
- Cosa ti ha spinto a metterla per iscritto condividendola con un pubblico così ampio? 
Da bambina mi sono sentita sola, ero convinta che nessuno mi poteva capire, che non potevano capire le mie sofferenze, credevo di avere dei limiti e di essere l’unica con questo problema, per questo motivo ho voluto condividere ogni sfumature della mia infanzia. Lo scritto specialmente per chi è come me, per avere speranza, per far capire che non sono soli, che nessuno ha il diritto di porci dei limiti e che possiamo fare qualsiasi cosa noi vogliamo fare. Io amo leggere e scrivere e per una dislessica è una tortura leggere, ancora oggi trovo difficoltà nella lettura e da come si è
notato anche con la scrittura, ma ciò nonostante non mi sono fermata. Il mio intento è semplicemente di non farli arrendere, che la salita è durissima ma la soddisfazione di vedere il percorso di crescita è grandioso. Lo condiviso anche per chi non conosce, per chi avuto altre sofferenze ma che c’è sempre un motivo per rialzarsi, per chi è stata un’adolescente, per le mamme che hanno figli dislessici e che non devono mai smettere di lottare. 
-Hai toccato argomenti molto importanti oltre alla dislessia, ci sono state “velate” critiche verso personaggi i quali avrebbero dovuto occuparsi con maggiore attenzione del proprio ruolo... credi di aver affrontato il tutto nella giusta maniera? Cambieresti qualcosa?  
Ancora oggi provo rabbia per chi non ha saputo fare il loro mestiere, oggi posso confermare che io sono stata vittima di maltrattamenti e violenza psicologica. Quindi le mie critiche su alcuni soggetti sono stati anche troppo clementi.
Non cambierei nulla perché mi ha resa la persona che sono oggi, ma una sola cosa avrei fatto diversamente. La comunicazione, dovevo parlare con la mia famiglia, dovevo raccontare quello 
che mi stava succedendo e forse alcune cose sarebbero andate diversamente.  
- Cosa credi questa storia abbia lasciato ai lettori?  
Spero di aver trasmesso tutte l’emozioni possibili e di aver lasciato quel gusto di grinta è la voglia di mettersi in gioco sempre, spero di essere entrata nei cuori dei lettori e di aver donato loro il dono della forza e la voglia di amarsi sempre. Spero di essere stata incisa nei cuori di tutti come se fosse un tatuaggio indelebile perché se ciò è accaduto significa che ho vinto. 
- Sicuramente per molti potresti diventare un punto di riferimento ma come spesso accade, con tematiche sociali simili, non mancheranno critiche. In tal caso come difenderai la tua opera, se dovesse capitare?  
Io sono del parere che le critiche costruttive ovviamente senza offendere possono aiutare a migliorarsi. Ma se in tal caso dovesse capitarmi delle critiche offensive la mia risposta sarà il silenzio. Credo che il silenzio sia un miscuglio di tante parole.  
- Continuerai a scrivere? Se si, hai già qualche idea di cosa potresti narrare, in una prossima
pubblicazione?  
Si continuerò a scrivere e probabilmente scriverò di storie vere perché credo che ogni persona abbia una storia dietro. 
- Cosa si aspetta Titta Spinelli dal futuro?  
Dal futuro?.. Non saprei ora preferisco godermi il presente, può capitare di tutto in una giornata figurati dal futuro.  
-Cosa vorresti dire ai tuoi lettori che non hai ancora detto armata di carta e penna?  
Che ci saranno persone che fingeranno di essere buone ma ciò nonostante non vi scoraggiate, ci saranno persone che non crederanno nei vostri sogni ma non importa siate portatrice dei vostri sogni, credete sempre in voi stessi e non vi arrendete mai neanche quando tutto sembra facile mollare, amatevi sempre anche quando magari in alcune occasioni vi odierete, pensate con la vostra testa e mai con la testa degli altri, non pensate che il vostro pensiero sia meno importante,
ascoltate sempre il vostro cuore, ma cosa più importante essere diversi non è una condanna ma un dono. 




Con questo è tutto, ringrazio Titta per essersi prestata così gentilmente. Le ho chiesto se fosse disposta a rispondere ad alcune domande poiché speravo le sue parole potessero smuovere qualcosa, la sua storia potesse innescare una sorta di rivoluzione in tempi tristi...attraverso la sua esperienza si accedesse una speranza ma se avete letto l'intervista, credo abbiate già capito cosa mi aspettavo e speravo.
Ti auguro di raggiungere i tuoi obbiettivi, qualsiasi essi siano!<3
A presto!

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