venerdì 31 agosto 2018

Recesnione: L'amore nella fila 27 di Eithne Shortall


Autrice: Eithne Shortall 
Casa Editrice: DeA Planeta Libri
Data d'uscita: 12 Giugno 2018
Pagine: 383
Prezzo: 7,99 ebook- 16,00 cartaceo

Trama: Chi non hai mai fantasticato, almeno una volta, di trovare l'amore ad alta quota? Di prendere posto, allacciare le cinture, e alzare lo sguardo per scoprire che sul sedile accanto siede la sua anima gemella? Cora Hendricks è così: un'inguaribile romantica. Convinta che un cuore in transito sia naturalmente più esposto alle frecce di Cupido, e che, complice il sorriso di una hostess e il magico potere del destino, anche un caffè brodoso possa trasformarsi nel migliore afrodisiaco. A quasi trent'anni, Cora abita a Londra e lavora come impiegata per una piccola compagnia aerea. Dopo l'ultima, devastante delusione amorosa - un berlinese di nome Friedrich - si impegna a favorire incontri romantici tra i passeggeri che, ignari, si presentano al banco del check-in, affidandosi solo a internet e alla propria intuizione per fare in modo che i candidati più compatibili si ritrovino a sedere vicini. Dove? Nella fila 27, naturalmente: il minuscolo laboratorio amoroso nel quale Cora, con la complicità di una collega, insegue con ostinazione la formula della felicità altrui. È un campionario umano vasto e variegato quello che passa dai sedili della fila 27: per una scintilla che scocca e una relazione che prende quota, un'altra precipita senza paracadute. Ma anche il Cupido più incallito prima o poi abbassa la guardia, e non è detto che per Cora non si avvicini il momento di riporre il tavolinetto, raddrizzare lo schienale e affrontare il viaggio più romantico (e turbolento) di sempre: l'unico che non contempla misure di sicurezza.
 
Quando tutte le speranze di cui un tempo ti nutrivi, svaniscono, quando la determinazione che avevi, ora sembra cedere il posto alla rassegnazione, i tuoi sogni sono stati infranti, il tuo cuore è stato ferito, e ti accorgi di aver concesso la parte migliore di te alla persona sbagliata... non resta far altro che scegliere di poter continuare a vivere, di poter sentirsi utili per qualcuno e di poter essere l'artefice della felicità altrui. Perché obbiettivamente vedere qualcuno felice, soddisfatto e con tanta voglia di vivere, può farci star bene, alleviare le nostre pene ed essere un toccasana per la nostra anima. Questo lo sa bene la protagonista di questa storia, colei che darà il via ad un susseguirsi di episodi, fatti e vicende, perlopiù insolite e sorprendenti. Cora Hendricks lavora all'aeroporto di Heathrow, ed è un'operatrice del chek-in, è una ragazza molto cordiale, affabile e sognatrice. Ha una famiglia e degli amici a cui è profondamente legata, e su cui sa di poter contare nei momenti più bui della sua esistenza. Fin qui tutto sembrerebbe scorrere con un ritmo semplice e regolare, ma non tutto a volte si rivela esattamente come si dimostra in un primo momento, e ciò è proprio uno dei tanti insegnamenti che può lasciarci questo libro. Come vi ho anticipato prima, Cora è un'eterna sognatrice, un'inguaribile romantica ma per sua sfortuna, è anche reduce di un passato sofferente, di una storia travagliata, un amore malsano. Proprio lei nel rivivere aneddoti associati alla sua relazione con Friedrich, il suo ex fidanzato, definisce la loro storia, un'unione alquanto infida e dannosa per la propria vita. Un legame in cui inizialmente aveva creduto e per il quale era sempre pronta a dare, senza mai niente ricevere. Ciò a cui poteva esclusivamente aspirare era il fascino di un sentimento struggente, da cui ovviamente era rimasta incantata. Insomma un amore costruito sulle menzogne e sui tradimenti, scandito sempre più spesso da continue e infinite notti insonni, da parole di rabbia, e lacrime amare. Ma adesso, Cora ha finalmente trovato il modo per salvarsi e uscire da quel labirinto così insidioso e intrinseco di ostacoli in cui era finita. Ora si ritrova a vivere una nuova realtà, un nuovo capitolo della sua vita, ma crede che il suo passato in qualche modo l'abbia segnata, e possa ripresentarsi per farla ricadere in una nuova tela di oscurità. Ben presto però, il modo migliore per poter riscattarsi, comparirà davanti ai suoi occhi: la variazione delle procedure di imbarco e la temporanea chiusura dei servizi di check-in online, saranno un buon pretesto per cercare di sfruttare quell'occasione nel miglior modo possibile, impiegando il suo tempo, ma soprattutto il suo ruolo all'interno dell'aeroporto, anche in maniera più piacevole. È proprio in questo contesto, che all'interno di questo libro, si integrerà un intreccio di storie di molti personaggi, i quali in seguito saranno ben distinti tra loro, e ognuno avrà qualcosa da raccontare e a cui poter ambire.
La nostra protagonista deciderà di dare il via ad una sorta di esperimento, una specie di "gioco delle coppie", con l'unico fine di poter aiutare chiunque possa presentarsi al suo banco, indirizzandolo verso una meta precisa e definita, un viaggio che potrebbe essere il punto di partenza nel raggiungimento della propria serenità e nella ricerca della ambita dolce metà. Cora senza mai distogliere la sua attenzione e tenendo ben presente il suo unico obbiettivo, osserva ogni singolo passeggero, si fornisce di dati necessari per identificarlo, e successivamente capire che genere di persona possa essere, quali siano i suoi interessi e se può rivelarsi affine con la persona che dopo un'accurata selezione, farà sedere accanto ad esso, nella famigerata "fila 27". Per poter ritrovare se stessa e rendersi disponibile agli altri, essa non sarà mai sola, molti dei suoi colleghi dell'aeroporto conoscono i suoi intenti, e alcuni di essi si prestano come complici per poter aiutarla nella riuscita del suo piano, affinché chiunque in quel posto speciale, e nel corso di quelle ore di volo, possa concedersi una possibilità per poter aprire il suo cuore e magari scoprirne il vero amore. Tra questi, spicca vistosamente la figura di Nancy, una sua amica e collega, nonché una hostess della stessa compagnia aerea, l' Aer Lingus. Nancy ha una personalità eccentrica, è sempre pronta ad aiutare la sua amica e cerca di simpatizzare con i clienti prediletti di Cora per capire che direzione stia prendendo quel loro incontro. Spesso i risultati sono positivi e all'arrivo della loro destinazione, si creano delle coppie ideali, ma talvolta anche il "Cupido dei cieli", appellativo meritatosi proprio da Nancy, può permettersi di scagliare una freccia errata, e in quel caso il risultato potrebbe rivelarsi un vero disastro. Per Cora le sfide non finiscono qui, mentre sarà occupata a portare a termine il suo proposito, un nuovo pericolo minaccerà la sua ritrovata quiete, ed essa insieme alla sua famiglia dovrà affrontare una triste verità, qualcosa da cui non può più scappare, ma con cui dover conviverci. Potrei dilungarmi ancora oltre, e mi piacerebbe poter raccontare molto di più, però non vorrei anticiparvi altro e rischiare di spoilerare qualcosa di fondamentale, posso solo dirvi di aver apprezzato davvero gran parte di questo libro, di essere rimasta colpita dai suoi personaggi, e di averne adorato le dinamiche ed i loro sogni. Credo che questo libro sia uno scrigno di sentimenti, racchiude valori e principi preziosi che spesso ognuno di noi dimentica, o trascura. Come dicevo inizialmente, proprio come accade per la protagonista, anche chi avrà modo di leggere questa storia, potrà riscoprire un nuovo aspetto di sè, regalarsi l'opportunità di rinascita e poter fidarsi ancora di qualcuno. L'unica pecca che ho riscontrato è legata alla scelta dell'autrice di optare per una narrazione in terza persona, personalmente mi ha creato un po' di disagi e ha rallentato i tempi di lettura, ma magari qualcuno, al contrario di me, potrebbe restarne entusiasta.


mercoledì 1 agosto 2018

Recensione: Tutta la pioggia del cielo di Angela Contini

Sono un'anticonformista devo ammetterlo. Prima di leggere il libro di esordio di quest'autrice, ovvero il medesimo di cui vi sto per parlare, avevo già letto Tutto l'infinito del cielo (qui la recensione). 


Autrice: Angela Contini
Casa editrice: Newton Compton
Prezzo: 0,99 ebook - 6,90 cartaceo
Pagine: 217
Sinossi: Lui odia le scemenze, è vegano e innamorato della natura. Lei odia le rane, ha paura degli animali e quando si mette in testa una cosa non c’è verso di farle cambiare idea. Victoria è una scrittrice di successo in crisi creativa. Il suo agente, per aiutarla a superare l’impasse, la spedisce da Chicago in una tranquilla fattoria nel Vermont, dove il silenzio è l’unica cosa che non manca. Nath è di una bellezza selvaggia, ma burbero e scostante fino alla maleducazione. Ha deciso di rinunciare a un lavoro prestigioso per dedicarsi alla vecchia fattoria del padre, anche se è sempre più schiacciato dai debiti. Perciò la sorella Susan gli propone di affittare una stanza a una ragazza di città con il blocco dello scrittore che, assicura, non gli darà alcun fastidio. E invece i guai, sotto forma di un viso pieno di lentiggini e inappropriati tacchi alti, stanno per arrivare…

Anche questa volta mi sono innamorata della copertina. Aww... stupenda. <3
Comunque sia, parlando dell'opera posso dirvi che si tratta di un'inno all'amore. L'amore come principio di tutto, l'amore che regge l'universo. Bastano due persone, nessun altro, nient'altro per essere felici. Insomma un'inno alla spontaneità, ai sogni, alla difficoltà che l'amore può superare con la sua forza.
Non sempre le cose vanno proprio bene, ma se i libri servono per evadere dal mondo reale, per sognare ad occhi aperti, una vita che potremmo vivere solo in un film o in un romanzo, ben venga intraprendere questo viaggio. Lasciamoci andare a questa spumeggiante lettura, al lato ironico, a quello più intenso, in grado di sollecitare emozioni pure non dettate da alcuna frenesia ma solo dalla nobiltà delle emozioni sincere e genuine che vengono scandite di parola in parola. Commuovetevi magari per i passaggi più importanti e ridete quando sentirete del papero che si crede un cane da guarda, ridete delle sue penne arruffate e lasciatevi trasportare lungo il fiume della spontaneità. Per me la Contini è stata una conferma, Victoria diversamente da Mackenzie, protagonista di Tutto l'infinito del cielo, non è altrettanto forte e tenace, non all'inizio almeno, ed il suo percorso è inverso. Se Mac diventata fragile, Victoria sembra maturare, affrontare le sue paure e lottare per amore. Nath, invece, ha alcuni punti in comune con Jordan anche se molto più contenuto, anche lui ha le sue paure, ma è normale, vorrebbe poter offrire molto di più, essere qualcosa di più. Deve capire quanto è disposto a perdere, deve domandarsi se è pronto a rinunciare all'amore per paura che il passato possa rammentargli come potrebbero andare le cose, ma la vita ha più porte che guardano sul futuro... Voi vi giochereste il cuore quando è tutto ciò che abbiamo?
Io farei la stessa scelta di Nath probabilmente, o almeno desidererei farla. Andate a scoprirla anche voi, racchiusa nelle pagine di questo libro dallo stile promettente e avvolgente. L'autrice ha saputo intrecciare due storie diverse in una, grazie al lavoro che Victoria compie: la scrittrice. Infatti, mentre noi leggeremo l'avventura di quest'ultima, essa ne scriverà un'altra per i suoi lettori ma questo libro non resterà in una libreria molto a lungo, a volte è meglio vederlo da un'altra prospettiva prima di chiudere l'epilogo ;)

P.s: questa è davvero la mia ultima recensione prima della pausa estiva, passo e chiudo!

Release blitz: Travelling love di Antonella Maggio


Buon pomeriggio lettori, oggi partecipiamo anche noi di Orange juice and books a questo romantico release blitz, targato Darcy Edizioni. Troverete, scorrendo il post, il primo capitolo. Non fatevelo scappare!



Titolo: Traveling love
Autore: Antonella Maggio
Editore: Darcy edizioni
Genere: Commedia romantica
Pagine: 250
Data d’uscita: 1 agosto 2018
Costo:  2,99€ ebook -  14 € cartaceo - in offerta lancio per il pre-order e il 1 agosto a 1,99 €
Link d'acquisto:  qui
Trama:
Adele Castelli ha quasi trent’anni e una costellazione di fallimenti alle spalle. Divorziata, disoccupata e con una famiglia che si accanisce contro i suoi errori, l’unica salvezza di Adele è quella di fare la valigia e accettare il lavoro che le hanno offerto in Australia, sperando che dall’altra parte del mondo possa finalmente far fortuna e trovare l’amore con qualche straniero che le faccia dimenticare quanto siano sbagliati gli uomini italiani.
Luca Accardi lavora per una multinazionale ed è felicemente single. Cambia residenza e donna senza problemi ogni volta che ha un ingaggio nuovo. La carriera viene sempre prima di tutto, anche prima di se stesso, prima della felicità che non riesce mai a toccare con mano.
Luca e Adele, a quanto pare, sono gli unici italiani che lavorano per conto della K-Byte Entreprise di Sydney. 
Il mondo appare davvero troppo piccolo se a 16.216 km dall’Italia Adele finirà per incontrare proprio quello da cui scappava…



CAPITOLO 1

     Adele




Palermo - Un anno prima.

Rientro a casa con lo sguardo affranto, sono stanca, svuotata anche dell’ultimo goccio di speranza e positività che mi restava prima di uscire; poi guardo il mio riflesso sulla porta di vetro del palazzo dove abito e il mio viso si incupisce. 
Ma sono io? Mi sono ridotta davvero in questo stato? Con una mano sposto una ciocca di capelli fragili e opachi dietro l’orecchio, fingendo di non notare le prime rughe che mi increspano la fronte tesa. 
Quando nell’abitazione dei miei genitori è pervenuta quella lettera indirizzata a me, il cui mittente era il Centro per l’Impiego di Palermo, per poco non sono svenuta, anzi, ho corso sul serio il rischio di restare strozzata con un pezzo di mela, che avevo addentato per sopperire alla fame nervosa ed evitare di rimpinzarmi di patatine. In quel momento non c’era nessuno in casa, neppure mia madre che, con prontezza, avrebbe improvvisato la manovra di Heimlich. Sarei morta senza nemmeno passare alla storia come la Biancaneve del nuovo millennio. No, perché per essere una principessa bisogna rispettare alcuni requisiti e la prima condizione in assoluto è quella di avere un principe che funge da angelo custode, pronto a intervenire per salvare la propria amata da un pezzo di mela andato di traverso o dalle grinfie di un drago sputafuoco messo a protezione di un castello. 
Si dà il caso che io sia un po’ atea, ho una fede tutta mia, credo un po’ in base ai periodi, ma con certezza non credo nell’esistenza del principe azzurro, di Cupido, del colpo di fulmine… Insomma, non credo negli uomini. Però davanti a quella missiva con il timbro del Comune in bella vista, ho creduto davvero che qualcuno si fosse ricordato di me o che magari Santa Rosalia mi avesse fatto la grazia trovandomi, dall’oggi al domani, un posto di lavoro. Dopotutto è quello che ho chiesto alla Santa l’ultima volta che mi sono recata in chiesa per il trigesimo della prozia di mio padre. Sì, mentre il prete decantava le gesta di una donna d’altri tempi di cui non ricordo nemmeno il volto, ho fatto esplicitamente richiesta di un lavoro, di una casa tutta mia, di ostacolare l’insorgere della pelle a buccia d’arancia sulle cosce, di mantenere a distanza di almeno un chilometro tutte le specie viventi di sesso maschile. Se questi desideri fossero difficili da realizzare, mi accontenterei di un po’ di serenità, solo di quella, perché ho ventinove anni, sono disoccupata in un periodo storico che, senza dubbio, lascerà il segno nella storia e tra qualche decennio, gli studenti tra i banchi di scuola saranno costretti a studiare di noi poveri laureati del ventunesimo secolo e di come ciondoliamo dentro casa di mamma e papà dalla mattina alla sera, usufruendo a sbafo della connessione internet del vicino che ha dimenticato di impostare la password. 
Io, però, non sono una ragazza come tutte le altre e, nonostante la mia giovane età, posso già vantare più di un fallimento alle spalle. Quello più significativo? Aver divorziato oppure aver sposato Sante o Santuzzo, come lo chiamano sempre mia madre e mia nonna. 
Ma come mi è venuto in mente di sposare un uomo con un nome del genere? Per non parlare poi delle valigie riempite alla bell’e meglio per allontanarmi da quello svitato e ritornare nella casa dove sono nata e cresciuta. 
Non esiste cosa peggiore nella vita di regredire alle origini. Sbatto la porta d’ingresso e penso a come mi sono ridotta nell’ultimo periodo. 
In fondo non c’è nulla di male a tornare a casa di mamma e papà, anzi, il calore e l’affetto della famiglia rappresentano un vero toccasana, ma per chi ha già provato l’ebbrezza dell’indipendenza economica, di una casa propria da arredare e curare, diventa poi difficile condividere un tetto con qualcun altro che non sia un marito egoista che lascia sempre la tavoletta del water alzata. Molto spesso poi, i genitori sembrano dimenticare che i propri figli sono diventati ormai adulti. Non capiscono che la nuova generazione non ammette più i controlli furtivi di una madre impicciona che annusa i vestiti per cercare l’odore di estranei o di fumo, legge diari segreti di nascosto o cerca pasticche di ecstasy nelle borse.  
La raccomandata, poi, non era che un invito a presentarmi ai fini di un colloquio presso il Centro per l’Impiego che, da un paio di anni a questa parte, non riesce più a trovare lavoro né ai giovani né agli adulti rimasti senza occupazione dopo il fallimento dell’ennesima azienda. 
«Delà, siamo nei guai!»
Per mia sorella Carmen sono Delà e non Adele. Il mio nome è stato la sua prima parola ed è rimasto invariato nel tempo, anche se adesso lei ha diciotto anni ed è bellissima con i suoi tratti tipici di donna mediterranea, bruna e con un fisico da modella che io posso solo sognarmi assieme alla carnagione olivastra in netto contrasto con il mio pallidume.
«Che succede?» le chiedo, mentre mi accascio sul divano di pelle marrone. Sono stanca, sia fisicamente che mentalmente, e tutto per colpa di quei quattro idioti che fingevano di lavorare dietro le vecchie e intarlate scrivanie di un ufficio pubblico. 
«Che succede? Mamma e papà sono andati a prendere nonna Rosalia.»
All’istante sollevo il braccio con il quale mi sono coperta il volto e strabuzzo gli occhi. Nonna Rosalia è forse anche peggio di tutta la mia famiglia messa insieme, del mio ex marito e di tutti i problemi che posso avere in questo momento. 
La porta d’ingresso si apre e noi riconosciamo subito il suono fastidioso delle rotelline montate sotto il girello che nonna Rosalia utilizza per muoversi. 
«Siamo tornati! Ragazze, c’è la nonna, venite a salutarla!»
La voce del babbo risuona in tutta la casa. Sembra l’unico a essere su di giri per l’arrivo della sua cara e cinica mammina, nostra madre al contrario non ha mai provato troppa simpatia per la suocera e puntualmente non vede l’ora che la vecchia vada via. 
Mi sento più scoraggiata di prima, mi sollevo dal divano e afferro Carmen per un braccio. Andare a salutare la nonna è un suicidio, ma con mia sorella accanto sento di potercela fare, di riuscire a resistere almeno fino a che non andrà via.
«Ciao nonna!» esclamiamo nello stesso istante stampando sul viso uno dei sorrisi più finti mai esistiti in tutta la storia dei sorrisi. 
La nonna, con i capelli bianchi raccolti dietro la nuca in un perfetto chignon, si ferma e pianta per bene il girello sul pavimento; stringe forte le sue mani rugose sull’attrezzo che l’aiuta a deambulare e la stretta è tanto forte che le nocche le diventano bianche. Solleva il viso e da sotto le spesse lenti ci squadra dalla testa fino alla punta dei piedi. La sua attenzione all’inizio è tutta per Carmen, sembra farle una scansione e quando appura che mia sorella è semplicemente perfetta, anzi identica a lei quando era giovane, come ama sempre dire, passa a scansionare me. Il sorriso, che qualche attimo prima era apparso sul suo viso rugoso, si spegne all’istante. Lo sguardo si fa truce, arcigno e la mia schiena è percorsa dai brividi. 
«Adele, ti trovo ingrassata.»
«Ehm… Sì, nonna. Ho messo su qualche chilo nell’ultimo periodo.» Biascico una risposta e mi sforzo di mantenere la calma. 
Lo so di non essere in ottima forma, ma al momento il peso è l’ultimo dei miei pensieri e non ho bisogno che gli altri mi stiano con il fiato sul collo a ricordarmi di essere un disastro in tutto, persino nell’aspetto estetico. La verità è che molto spesso mi concedo un cioccolatino in più per far fronte alla carenza d’affetto e poi, a dirla tutta, in questo momento, tra tutte le priorità non figura un uomo a cui piacere.
«Ti sei sempre trascurata! Forse è per questo che Santuzzo t’ha lasciata.»
Le parole di nonna Rosalia mi colpiscono in pieno viso come uno schiaffo e fanno male. Non ho mai capito perché ce l’abbia tanto con me, io ho sempre cercato di trattarla con indifferenza e di non dare peso alle cattiverie che escono in maniera gratuita dalla sua bocca, ma è sempre tutto inutile. Sembra quasi che la mia cara e adorata nonnina lo faccia apposta, che cerchi in tutti i modi di provocarmi.
«A dire il vero sono stata io a lasciare Sante» affermo con coraggio, per proteggere quel poco di dignità che mi resta.
«L’avrebbe fatto comunque lui» risponde a tono, senza mai pesare le parole.
La vecchina continua a punzecchiarmi e il pranzo è il suo momento preferito, forse perché il suo fine è quello di uccidermi e farmi andare di traverso le arancine preparate da mia madre. Fingo di non vederla, impongo al mio cervello di chiudere le orecchie e non ascoltare ciò che dice e gioco con le posate, maltrattando gli alimenti nel piatto, proprio come fanno i bambini durante i lunghi e noiosi pranzi di famiglia. 
«A trent’anni hai già un matrimonio fallito alle spalle e neppure un figlio! Chi vuoi che ti prenda più?» domanda senza aspettarsi una risposta. «Non ricevi neppure un assegno di mantenimento dal tuo ex marito e, come se non bastasse, ti fai ancora mantenere dai tuoi genitori» continua senza esitazione, senza neppure riprendere fiato e io spero che qualcuno glielo tolga in maniera definitiva questo dannato respiro. Sempre con la storia di questo assegno di mantenimento, non ne posso più! Avevo così tanta fretta di chiudere la storia con Santuzzo che non ho chiesto neppure un centesimo, l’importante era che me lo levassero di torno, lui e la sua ingombrante famiglia sempre in mezzo ai piedi. Non si poteva fare un passo che toccava chiedere consiglio a mamma e babbo… E come cucina mamma, e come stira mamma, e come pulisce mamma. Era un disco rotto con sua madre e tutte le sue infinite qualità. Non mi ero sposata Sante, ma tutta la famiglia!
«Eh no! Adesso basta! Mi avete rotto seriamente le palle! Io non vi sopporto più!» urlo e sbatto i pugni sul tavolo. Guardo tutti i commensali e li mando allegramente a quel paese, poi mi alzo e corro in camera mia, seguita a ruota da Carmen.
Afferro un trolley, lo stesso utilizzato un anno fa per riportare la mia roba a casa dei miei genitori e comincio a riempirlo con i miei vestiti e con la poca roba in mio possesso. 
«Delà, dove credi di andare?»
«Me ne vado a Sydney!»
Quando questa mattina sono arrivata al Centro per l’Impiego, per poco non sono scoppiata a ridere in faccia al vecchio signore che mi ha comunicato la possibilità di un lavoro in Australia, anche se quella risata era per lo più isterica. Un lavoro dall’altra parte del mondo senza neppure un colloquio?
 “In fin dei conti si tratta di fare la lavapiatti a un fast food, non ci vuole una laurea!” ha esordito l’impiegato davanti alla mia faccia perplessa.
Come se possa essere fattibile trasferirsi così dalla mattina alla sera in Australia, mi sono detta, ma dopo questo dannato pranzo con la nonna, la possibilità di fare i bagagli e andare via da casa definitivamente sembra molto più fattibile di quanto mi sarei mai immaginata. 






Recenzione: Starcrossed il risveglio della dea di Josephine Angelini

Buongiorno lettori! So che vi ho fatto aspettare molto ma sono tornata! Oggi vi parlo del primo volume di una trilogia. Molti lo conoscerann...