venerdì 29 giugno 2018

Blog tour: Credi. Amami finché posso amarti di Livia Snow [Recensione]




Titolo: Credi
Sottotitolo: Amami, finché posso amarti
Autore: Livia Snow
Genere: paranormal-romance
Casa editrice: Un cuore per capello
Cover by Angel Graphics
Pagine: 206
Data di uscita: 20/06/2018
Formati: ebook e cartaceo
Prezzo: 0,99 ebook (cartaceo ancora non disponibile)
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Sinossi: Adam ha ventiquattro anni e una malattia che non gli lascia scampo. Fin dai primi sintomi, egli sente un richiamo: è una rosa, un’entità astratta che crede esista solo nella sua mente e che lo attira a sé, invitandolo a cercarla, esattamente come accadeva in una vecchia favola che sua madre gli raccontava quando era bambino. Secondo questa storia la rosa sta morendo e, solo raggiungendola, egli avrà salva la vita e troverà nuova speranza per il futuro. Seppur conscio della follia insita in tutto questo, Adam, disperato, rapisce Amelia, il medico che l’ha curato durante il ricovero in ospedale, e la obbliga a intraprendere insieme a lui un lungo viaggio per trovarla. Un confine di stato dopo l’altro, la rosa sembra volerli aiutare e guidare con inquietanti indizi, inizialmente incomprensibili, ma che loro continuano a seguire coscienti di quei sentimenti forti da cui loro stessi non possono più scappare…
Ieri vi ho presentato quelli che sono i protagonisti della storia ma vi è altro d'aggiungere.
Un libro ben scritto, bello, non si vede solo dai personaggi ma anche da come è sviluppata la trama, dallo stile adottato, dall'originalità e fattori vari. 
Si parte molto velocemente, lo stile è scorrevole, preciso, rappresentato da una scrittura di facile comprensione ma non banale, di un livello stilistico medio, a rallentarlo sono le, forse troppe, riflessioni di Adam. Diciamo che transitiamo talmente tanto nella sua mente da vederne le varie sfaccettature, da cogliere tutte le su insicurezze, le follie a cui si lascerebbe andare se rimanesse solo, perché lui è solo (lo sarebbe senza la sua compagna di viaggio), e la sua sete di vita, di avere ancora un futuro, di poter realizzare il suo sogno.
Ieri l'ho presentato come un drogato e lo sembra davvero, se non è impegnato in riflessioni quasi interminabili è completamente preso da Amelia, affascinato neppure lei fosse una sirena. Vogliamo parlare della rosa poi, che è effettivamente una sirena? Con  il suo richiamo quasi tormenta il protagonista a cercarla a suo rischio e pericolo, offrendogli un'unica possibilità di salvezza. 
Comunque sia, il rapporto tra Amelia ed il suo rapitore, cresce lentamente, o meglio riemerge da un passato non troppo lontano, dal momento in cui lei è diventata il suo medico, gli ha detto della sua malattia. Si riparte da lì, da quei ricordi che giustificano lo svilupparsi successivo dello stesso legame.
Per quanto riguarda l'originalità la storia per come viene posta e strutturata è sicuramente diversa, riesce a confonderti, a regalarti un finale abbastanza inaspettato. Se amate i rebus fa al vostro caso, un po' lo sembra davvero. Mi raccomando a non perdervi tra pensieri e richiami insistenti!

A presto e non perdetevi l'ultima tappa, dove avrete la possibilità di vincere una delle due copie digitali!





giovedì 28 giugno 2018

Segnalazione: Semplicemente Gio’ di Erika Lenti

Arrivo, con l'ultimo post della giornata!
Si tratta della segnalazione, ancora una volta, di un libro che nasce su Wattpad ed approda nel mondo reale grazie alla collana "Un cuore per capello". Oggi mi limito a presentarvelo ma molto presto, prima di prendere il largo, ve ne parlerò in maniera più approfondita in una recensione. 


Titolo: Semplicemente Gio’
Autrice: Erika Lenti
Casa Editrice:  Un cuore per capello
Genere: Romance
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Pagine: 468
Prezzo: 2,48 ebook – 19,00 cartaceo

Sinossi: Si dice che il destino sia scritto nelle stelle. Se invece le fatalità non esistessero, se fossimo noi a crearci il futuro, un susseguirsi di eventi non dettati dalla provvidenza ma dalle nostre scelte, cambierebbe la nostra prospettiva sull'esistenza? Chiamatelo destino o semplice casualità, ma la vita si basa su delle scelte, giuste o sbagliate che siano, per la maggior parte delle volte suggerite dal cuore. Che sia una scelta riguardante un amore, una proposta di lavoro, un sogno da perseguire, il cuore è sempre il protagonista. La vita è piena di difficoltà e abbiamo noi la chiave del nostro destino: dobbiamo solo capire quando usarla. Come una chiave di violino messa usualmente all'inizio di un pentagramma, con la funzione di fissare la posizione giusta delle note, ma che può essere usata anche in un punto qualsiasi per identificare un passaggio, un cambiamento. Perché, in fondo, la musica è in tutto ciò che ci circonda, può guidarci, salvarci, ed è lei la vera protagonista di questa storia in cui i personaggi si troveranno spesso di fronte a dei bivi, in cui dovranno decidere se essere veramente padroni del proprio destino: scegliere tra un amore puro, tenero, romantico e sicuro o abbandonarsi a una passione sfrenata, vitale, intensa e irrefrenabile; scegliere di abbandonare un sogno perché le dure e avverse realtà della vita fanno di tutto per impedirti di realizzarlo; scegliere quale rapporto affettivo mettere al primo posto, a costo di perdere una persona comunque importante. Sarà proprio il destino a far scontrare la personalità raggiante ed esuberante di Giorgia, appassionata di musica, con quella del giovanissimo uomo d’affari Liam e dello scontroso ex musicista Dylan. Due ragazzi apparentemente diversi, ma uniti da un passato doloroso e da un futuro che si prospetta ancor più difficile. Giorgia sarà una nuova speranza, un nuovo inizio per entrambi, ma forse segnerà la fine del loro legame… per sempre!
Ho tentato di starle lontano, ma ora che l’ho rivista, dopo giorni in cui non ho fatto altro che pensarla interrottamente, mi rendo conto di amarla: amo i suoi ricci ribelli, il rosso del tramonto che li colora, le lentiggini che si sono accaparrate la vista migliore sotto la luce splendente dei suoi occhi verdi, i suoi movimenti maldestri, le piccole mani affusolate che scorrono impacciate sulle corde della sua chitarra, le sue abbondanti curve e… tutto quanto! Potrei nutrirmi anche solo dei suoi difetti. Amo tutto il suo essere semplicemente… Gio’! 

Biografia: Lenti Erika nasce nel 1979, in un paese in provincia di Roma, dove vive tutt’ora insieme al marito Massimo, i due figli, Manuel e Marissa, e l’amico a quattro zampe Pulce. Inizia a scrivere nel 2016, quando il ricordo di un vecchio tema di scuola le riaffiora alla mente: nasce così il suo primo romanzo, un thriller psicologico dal titolo “Il ventunesimo albero” vincitore nel 2018 del premio ‘miglior colpo di scena’ degli Italian Writers Awards su Wattpad
Successivamente, come conseguenza di un periodo molto difficile, l’avvicinamento al mondo della musica e la realizzazione di “Semplicemente Gio’”. Verso la fine dell’anno approda, consigliata da un’amica, sulla piattaforma Wattpad, decidendo così di mettersi in gioco e pubblicare il suo romanzo rosa che ottiene, nell’estate del 2017, la vincita del premio Wattys nella categoria “Nuovi arrivati”.
Questo primo e importante riconoscimento la spinge a intraprendere un passo verso l’editoria ed è così che approda a Un cuore per Capello.

A presto <3

Uscite NPS Edizioni


Bene bene, dopo la tappa del blog tour vi segnalo queste ultime uscite, di cui vi avevo comunque anticipato il post solo l'altro ieri. Si tratta per lo più di letture per bambini o comunque ragazzi che vanno fino alle medie, all'incirca. 



Titolo: Venuti dal mare
Autore: Gianluca Malato
Editore: NPS Edizioni
Genere: Fantasy/horror per ragazzi
Formato: cartaceo e digitale
Pagine: 122
Prezzo: 12 euro / 1,99 euro
ISBN: 978-88-31910-002
Disponibile su tutti gli store di libri e ebook
Link Amazonqui
Sinossi: Trapani, inizi del Novecento. Giuseppe Nicosia è il primo flautista dell’orchestra del Conservatorio. Per lui, la musica è tutto. Durante un temporale, viene aggredito da una bizzarra creatura, proprio nel cuore della sua città.
Convinto di aver sognato, Giuseppe prova a cacciare dalla mente il pensiero di quell’essere, ma nuove apparizioni lo convincono che la minaccia è reale. Con l’aiuto di un cacciatore e di un pescatore, Giuseppe indaga per scoprire il mistero che circonda le creature venute dal mare, prima che la tempesta da loro scatenata travolga Trapani e la Sicilia intera.

«Tutto ebbe inizio all’alba dei tempi. Dei e titani si contendevano il dominio della Terra, fino a quando Zeus non cacciò i titani diventando il re degli dei. Ebbene, esiste una terza razza di esseri, immortali come gli dei e pericolosa come i titani, una razza talmente potente e malvagia da avere il potere di uccidere persino un dio. Sto parlando di creature puramente malvagie, meschine, il male puro. Esseri dal sangue nero come la pece e impossibili da sconfiggere con le armi umane».

Biografia autore: Gianluca Malato
Nato a Erice (TP) nel 1986, scrive racconti fantastici fin dall’adolescenza.
Ha scritto articoli per il giornale Fantascienza.com, per il portale Silenzio-In-Sala.com, per la rivista Fantasy Magazine e per il blog Ossblog.it.
I suoi racconti e romanzi sono disponibili su tutti gli store di libri e ebook.
Tra le sue numerose pubblicazioni, ricordiamo i romanzi “Il cuore di Quetzal” (Nativi digitali edizioni, 2014), “Vapore nero” (Dunwich Edizioni, 2015), e il racconto lungo “L’isola del male” (autoprodotto, 2016).


Titolo: Il pastore di alberi
Autore: Luciana Volante
Editore: NPS Edizioni
Genere: Favola
Formato: cartaceo (20x20)
Prezzo: 8 euro
ISBN: 978-8831910040
Disponibile su tutti gli store di libri 
Link Amazonqui


Sinossi: Il regno del re Guglielmo è stato maledetto dalla strega Griselda, che ha catturato le Fate degli Alberi e lanciato un incantesimo su tutto il reame.
Il re incarica Sabatino, un giovane pastore, di compiere il viaggio verso la montagna per sconfiggere la strega, aiutato dal fedele cane Teo e dal vecchio saggio Aronte.
Una favola dal forte messaggio ecologista, che invita i lettori a riflettere sull’importanza della natura e sulla necessità di lottare per salvaguardarla.
Contiene alcuni disegni da colorare, realizzati a mano dall’autrice.

«Rosso fuoco per bruciare, blu intenso per ghiacciare, il bastone per comandare! Il cuore dovrai saper ascoltare, per le malvagie creature governare. Coraggio, forza e onestà ogni male dominerà».

Biografia autrice: Luciana Volante
Un’infanzia sempre con la valigia pronta, in continua trasferta per l’Italia, per poi stabilirsi in Toscana. Cresciuta in compagnia di un fratello maggiore, diligente e esigente, soprattutto in grammatica e temi d'italiano. Il risultato non poteva che essere quello di un’agente di viaggio, con il romanzo nascosto nel cassetto, pronto a saltar fuori ad ogni pausa. Momenti liberi che diventano sempre più rari, essendo mamma a tempo pieno. Condizioni tuttavia stimolanti per la fantasia, che trovano il tempo di farsi ritagliare in piccoli racconti. Ha scritto numerosi racconti, riuniti in antologie.

Blog tour: Credi. Amami finché posso amarti di Livia Snow [Personaggi in chiave di violino]


Buongiorno lettori, ho avuto il piacere di organizzare questo blog tour ed, oltre alla recensione che pubblicherò nella tappa di domani, insieme alle altre blogger, ho l'onore di farvi conoscere i personaggi di questo libro.


Iniziamo dalla voce narrante, da Adam.
Allora, è emblematico. Il suo essere malato lo rende sconnesso nelle sue riflessioni. Riflette, infatti, molto  anche sui sentimenti che prova verso Amelia, poiché nonostante i dolori che accusa, lei è la sua cura. Gli basta uno sguardo, una carezza per sentirsi più forte. Tutto questo però, lo destabilizza perché sa di non poterla avere e cerca di non illudersi, ma i suoi pensieri lo tradiscono tornando spesso a lei e sulla poca razionalità nel voler compiere un viaggio che potrebbe costargli la vita, date le sue condizioni precarie. Ha così tanto bisogno di Amelia, in primis, e della rosa da sembrare un drogato in astinenza.
Fisicamente si vergogna di come la malattia l'abbia prosciugato nel suo aspetto esteriore, rendendolo un'ombra di quello che doveva essere, prima di scoprirsi malato.


Questa che vedete a lato è la canzone scelta dall'autrice per rappresentarlo.













Amelia è una dottoressa, è la dottoressa che tiene in cura Adam. Viene descritta da quest'ultimo come una donna forte, non vulnerabile, ma credo non  sia così, perché nel corso della storia inizia a mostrare delle crepe nella sua vita "perfetta". Ha anche essa infatti delle piccole ferite. La riscopriamo infine risoluta, una volta certa di quello che sta facendo. Come medico è molto coscienziosa e nonostante temi per la sua vita, all'inizio del libro, non a conoscenza delle intenzioni di Adam, non si sottrae al suo dovere, curandolo quando necessario.
Ha trentanni compiuti, ha qualche anno in più rispetto al protagonista maschile, una delle motivazioni che da e si da, secondo me, per tenerlo a distanza. Non aggiungo altro, non vorrei spoilerare, vi dico solo che il suo personaggio seppur descritto fin da subito attraverso gli occhi di Adam viene fuori con il tempo, andando avanti nella lettura.


Questa a lato la sua canzone rappresentativa.















Related imageEd infine, abbiamo il personaggio non personaggio, ma sicuramente è protagonista della storia. Presenza costante che condiziona il viaggio intrapreso da Adam e Amelia è la rosa. Una rosa che sta per morire ma che a sua volta è in grado di salvare una vita. Una rosa per runa vita. Una rosa in grado di richiamare Adam da lontano, di riportarlo al passato, a sua madre. Una rosa che in qualche modo potrebbe rendere tangibili le sue speranze.





Questa la sua canzone...


Con questo ultimo "personaggio", siamo arrivate al termine di questa tappa. Di seguito troverete il calendario con le prossime.

























mercoledì 27 giugno 2018

Recensione: Fino all'ultima parola di Tamara Ireland Stone

Buon pomeriggio lettori, questa è la seconda recensione della giornata, dopo l'amaro arriva il dolce. Mettiamola così.

Fino all'ultima parola (Leggereditore) di [Ireland Stone, Tamara]

Autrice: Tamara Ireland Stone
Editore: Leggereditore
Pagine: 368
Prezzo: 4,99 ebook - 14,90

Sinossi: A prima vista Samantha McAllister sembra essere come tutte le ragazze della sua età, ma dietro il suo aspetto curato nasconde un segreto che non ha mai confidato a nessuno. Tormentata da un flusso continuo di pensieri negativi, paranoie e fissazioni, come quella per il numero tre, Sam soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo che rende difficile non solo il suo rapporto con gli altri ma anche e soprattutto con sé stessa. C’è solo un luogo in cui riesce a sentirsi veramente libera: la piscina, per lei fonte di ispirazione, riconciliazione con il mondo e, soprattutto, con la propria mente. Ma una volta fuori dall’acqua, è tutta un’altra storia... Forse ciò di cui avrebbe bisogno è circondarsi di amici migliori, veri e profondi, proprio come lei. Decide così di entrare in un gruppo segreto, l’Angolo dei Poeti, per aprirsi a nuove esperienze. E qui, in modo del tutto inaspettato, incontra Aj da cui si sente subito attratta. Per Sam, però, è tutt’altro che naturale lasciarsi andare, e assecondare i propri sentimenti non sarà affatto un’impresa facile...


La lettura si è rivelata piacevole. L'autrice ha dato modo al lettore di capire il disturbo da cui la protagonista è affetta, mettendo però in ombra il lato romance del libro, il quale scarseggia di dettagli.
Ovviamente se volete un storia d'amore con annessi e connessi non l'avrete. Come accennavo.
Questa non è neppure una storia che parla d'amicizia come si potrebbe supporre, è particolare. Vedete, quando tutto sembra scorrere in un punto, essere chiaro e limpido, la piega cambia il suo verso, la sua direzione, e diventa inaspettata. La vostra migliore amica non risiede in una persona, o meglio risiede in una persona ma quella persona siete voi stessi, non siete soli neppure quando credete di esserlo perché se credete un po' in voi, anche una sola briciola, per quanto essa sia misera, vi esorterà a rialzarvi, a credere che non tutto il male viene per nuocere se -come in questo caso- vi permette di affrontare le vostre insicurezze, di capire dove avete sbagliato, di innamorarvi di un vostro errore e qui avrei amato alla follia più "empatia", avrei voluto ci fosse molto di più di cui parlare. L'autrice però aveva una sua missione in cui è riuscita.
Tutto di questo libro mi ha spinto a leggerlo, non me ne sono infatti pentita, ma quello che avrei voluto era più sensibilità in alcune scene che appaiono quasi prive di sentimento. Più spiegazioni...eppure mi ha commossa ugualmente, perché come dicevo, anche se in maniera un po' contorta l'autrice è riuscita nel suo intento.
L'essermi infine commossa mi fa pensare che per l'argomento trattato, questa storia, non sia per tutti; scava affondo, nell'animo del lettore. Perché ci si mette in discussione. Si parla di crescita, conoscenza di se stessi e accettazione.

E voi, avete già dato una possibilità a questo libro? Pensate di farlo?
A presto!

Recensione: Sei l'aria che respiro di Daniela Volonté



Autrice: Daniela Volonté
Editore: Newton Compton
Pagine: 224
Prezzo: € 3,99 ebook - € 9,90 cartaceo

Trama: Claire Ashford è la ragazza più popolare del liceo di River Lake: bella, bionda, capitano delle cheerleader e fidanzata con il quarterback della squadra di football. Ryan Matthews è uno degli studenti migliori della scuola, ma non ha molti amici e nemmeno ne vuole: ha le idee chiare circa il proprio futuro e non intende legarsi a nessuna ragazza. Quando però Claire e Ryan, loro malgrado, si ritrovano costretti a trascorrere del tempo insieme, scoprono di avere in comune molto più di quel che pensavano e la molla dell’attrazione scatta con tutta la sua potenza. Da questo momento in poi, ogni cosa è destinata a cambiare, perché la vita vera è alle porte…

Tempo fa in una segnalazione ho anticipato che avrei recensito questo libro, letto ormai mesi fa.
( Si ho delle recensioni ancora non pubblicate in arretrato che risalgono a Natale. Chiedo venia. )
Inizialmente ho trovato sciocco il modo in cui alcune cose fossero state disposte, posizionate, all'interno della storia. L'eventuale presenza di maggiori informazioni o approfondimenti avrebbero sicuramente rafforzato l'intero libro. Procedendo con la lettura, però, ho notato una sorta di maturazione nella trama e nel modo stesso di scrivere dell'autrice, peccato poi in quale modo si sia arrivato ad un eccesso. 
Entrando nel dettaglio si affrontano tematiche come: il bullismo che porta ad atti estremi, il coraggio di continuare a camminare a testa alta, di affrontare la paura, l'amore irrazionale... Insomma si parla di adolescenti alla fine e credo sia abbastanza coerente con quella che la loro realtà, i loro pensieri e problemi. Si accende un piccolo faro su alcune vicende che non andrebbero sottovalutate. 
Per quanto riguarda i personaggi beh...non mi hanno colpita come avrei voluto, sopratutto il personaggio maschile principale, Ryan. Mi sembravano un po' volubili, insomma come anticipavo, mutavano come le stesse fasi della luna, apparivano più o meno maturi, come se l'autrice avesse scritto la storia in periodi differenti, non era solo il loro carattere ma anche ciò che accadeva a farmi pensare a questo libro come esordio di Daniela Volontè, ma sappiamo che ha molti altri libri a carico per cui non capivo come potesse essere possibile, evidenziare una sorta di inesperienza. L'unica possibilità è che si siano alternate due persone alla stesura. Altra cosa improbabile. 
Insomma nel momento in cui si iniziava ad ingranare ecco che o si strafava o si tornava indietro. Secondo la mia opinione si sarebbe potuto sviluppare il tutto in maniera migliore, semplicemente rivedendo le voci dei personaggi e rielaborando lo stesso stile ad intermittenza, rendendolo più equilibrato. Esito? Ci siamo e non ci siamo.


martedì 26 giugno 2018

Segnalazione: Seeds-sogna o muori di Antonio Nunziate (Il Dottor Notte)


Autore: Antonio Nunziante
Pagine: 510
Prezzo:  2,99 ebook - 15,81 cartaceo
Genere: horror
Data di uscita: 13 Giugno 2018
Editore: self-publishing

Sinossi: I sogni degli abitanti di Whitecastle verranno sconvolti da una creatura che promette di realizzare i loro desideri. L'irrefrenabile voglia di Eric di possedere un disco autografato della sua band preferita da il via ad una catena di morte senza fine, alla quale cerca di porre rimedio strappando al piccolo Alvin una promessa: "Non devi dormire".

Come potete vedere, sono tornata prima del previsto per segnalarvi quest'uscita abbastanza recente.
Per oggi è davvero tutto.
Aurevoir!

Arriva la NPS Edizioni!

Buongiorno lettori, oggi vi vado a presentare la "NPS Edizioni" marchio editoriale dell'associazione “Nati per scrivere”, diretta da Alessio Del Debbio, anche egli scrittore, al fine di promuovere la cultura pubblicando scritti mirati, a loro volta, a rendere omaggio al nostro paese e ai suoi autori.
Quelle che seguono sono alcune delle loro uscite librose, successivamente segnalerò, via via, i vari libri attualmente editi ed i prossimi, si spera.


Titolo: I fuochi di Valencia
Autore: Elena Covani
Editore: NPS edizioni
Genere: urban fantasy
Formato: cartaceo e digitale
Pagine: 192
Prezzo: 14 euro / 2,99 euro
ISBN: 978-8831910-026
Disponibile su tutti gli store di libri e ebook

Sinossi: Valencia, giorni di Las Fallas, la grande festa di primavera che anima le strade della città. Occasione ideale per gli Erjes per attaccare e contaminare numerosi umani, rendendoli loro schiavi. Le Sentinelle si apprestano a difendere la città, ma il Soldato José si interroga sul fine ultimo delle loro azioni: quella guerra tra le loro razze avrà mai termine?
Quando si imbatte in Maria, una ragazza contaminata ma in grado di resistere al virus dei demoni, i suoi dubbi aumentano e farà di tutto per proteggerla: dagli Erjes, che vogliono studiarla, dal Concilio, che vuole sopprimerla.
Una guerra per l’evoluzione, combattuta per le strade di Valencia.

«La storia umana è piena di esempi di evoluzione naturale: il più forte da sempre sopravvive al più debole, è così che deve andare. Tu sei la prova vivente che anche noi ci possiamo evolvere, che non siamo creature sterili come ci hanno sempre definito, ma al contrario abbiamo enormi potenzialità; ci aiuterai a metterle in atto? Ci sono cacciatori e ci sono prede, tu devi solo scegliere cosa vuoi essere».

Biografia autrice:
Elena Covani è nata e cresciuta in Versilia. Appassionata di storia e cultura spagnola, ha trascorso un anno universitario a Valencia, le cui atmosfere le hanno ispirato il suo romanzo fantastico. Trascorre le giornate tra lavoro, famiglia, scrittura e la ginnastica ritmica, sua grande passione.

Ha pubblicato il romanzo “Una canzone all’improvviso”, una commedia romantica ambientata in Versilia, e alcuni racconti in antologie. “I fuochi di Valencia” è il suo primo urban fantasy.






Titolo: L’ora del diavolo
Autore: Alessio Del Debbio
Editore: NPS Edizioni
Genere: Raccolta di racconti fantastici
Formato: cartaceo e digitale
Prezzo: 14 euro / 2,99 euro
ISBN: 9788894210279
Disponibile su tutti gli store di libri e ebook

Sinossi: “L’ora del diavolo” è un’antologia di racconti fantastici ispirati a leggende e tradizioni popolari lucchesi. Tredici storie che conducono il lettore nei sentieri oscuri della Lucchesia, della Versilia e delle Alpi Apuane, assieme al linchetto, alle sirene, agli streghi e a tutte le creature fantastiche che popolano l’immaginario locale. Storie di donne bellissime e maliarde, di guardiani di abissi oceanici, di uomini insicuri e inappagati, pronti a evocare il diavolo per chiederne i favori. Presenza incombente nella loro vita, mercante di sogni altrui, il diavolo tesse la sua tela all’ombra degli uomini, fautori inconsapevoli del proprio destino, e anche del suo.

“L’ora del diavolo” contiene i racconti: L’ora del diavolo, Il guardiano degli Oceanini, Le voci alla Balza, La donna di fuoco, La luna sul fondo, La guerra del Fatonero, Il mercante di sogni, Gli uomini della neve, Il violinista del diavolo, Le fate di pioggia, Il risveglio degli Oceanini, Che fine ha fatto Babbo Natale?, In viaggio con te.

Un affarista, sì, potrei definirmi in questo modo. Un mercante di sogni, che offre merce scelta e pregiata, tessendoli nell’animo di uomini troppo deboli per resistere al mio richiamo. Sono il gran burattinaio di vite che, in mia assenza, sarebbero poco gloriose, destinate a perdersi negli abissi del tempo senza che nessuno ne abbia memoria. Chi sono io? Oh beh, nomen omen. E io di nomi ne ho avuti tanti.

Biografia autore: Alessio Del Debbio, scrittore viareggino, appassionato di tutto ciò che è fantastico e oltre la realtà. Numerosi suoi racconti sono usciti in riviste e in antologie, cartacee e digitali. I suoi ultimi libri sono la saga fantasy Ulfhednar War, composta da La guerra dei lupi (Edizioni Il Ciliegio, 2017) e I Figli di Cardea (Edizioni Il Ciliegio, 2018) e l’urban fantasy Berserkr (Dark Zone Edizioni, 2017).

Cura il blog “i mondi fantastici”, che promuove la letteratura fantastica italiana. Presiede l’associazione “Nati per scrivere”, che organizza eventi e incontri letterari con scrittori locali.





Titolo: Oracoli
Autore: Alessandra Leonardi
Editore: NPS Edizioni
Genere: Storia/avventura
Formato: digitale
Pagine: 100
Prezzo: 1,99 euro
ISBN: 978-88-31910-07-1
Copertina a cura di Fabio Maffia.
Disponibile su tutti gli store di ebook.

Sinossi: Quattro racconti, quattro epoche remote, quattro popoli che hanno segnato la storia del Mediterraneo, accomunati da un’ossessione: la divinazione, per aprire squarci sul futuro e scoprire il volere degli Dei. I Fenici in Sardegna, gli Etruschi in Toscana, Umbria e Lazio, gli Ellenici in Campania e nel Sud dell’Italia, infine i Romani: sussurri divini nell’acqua e nella pietra, voli di uccelli e viscere degli animali, sacrifici e visioni, oracoli vergati su fogli di papiro e libri con una risposta per ogni domanda.
Storia, mito e fantasia sono le basi da cui si dipanano le avventure narrate in “Porpora”, “Il dono dell’aruspice”, “Sibilla” e “I libri fatali”.

Gli Dei sembrano aiutarci, ci mandano segnali, ci parlano, esigono da noi preghiere e sacrifici, ma alla fine nulla cambia: siamo burattini nelle loro mani capricciose, sempre e comunque. A cosa serve allora conoscere quello che accadrà? A cosa serve dedicare loro le nostre devozioni?


Biografia: Alessandra Leonardi
Alessandra Leonardi nasce nel 1969 a Roma, dove risiede tuttora. Ha svariati interessi, tra cui il cinema e le serie tv, soprattutto di genere fantastico, i fumetti, i viaggi, l’archeologia, la storia antica e la mitologia. Dalla passione per il fantastico, i miti e la storia è nata l’antologia “Oracoli”.

Ha in precedenza pubblicato diversi racconti e poesie contenuti in varie antologie e sillogi.


A presto! 

Recensione: Io (non) ci credo di Monia Francioli


Autrice: Monia Francioli
Pagine: 32
Prezzo: Cartaceo 10,55
Data si uscita: 26 Agosto 2017
Editore: self-publishing (Lulu)
Genere: Per bambini

Sinossi: Se i bambini vivono in una famiglia che non li sostiene o incontrano un adulto che li denigra, può essere facile per loro convincersi di essere sbagliati e di non meritare l'amore di nessuno. Alcune pagine di diario che raccontano le emozioni di una bambina con una famiglia difficile.La protagonista conoscerà la propria bellezza e si aprirà con fiducia agli altri quando capirà che anche gli adulti a cui lei crede sono fragili e imperfetti. Per lettori dai 6 ai 9 anni


Ciò di cui mi piacerebbe parlarvi questa volta, non ha niente a che vedere con i generi cui si è soliti leggere, e dei quali mi sono occupata e ho trattato in precedenza, ma posso dire di esserne rimasta piuttosto colpita. Il libro in questione è un racconto per bambini, e secondo il mio modesto parere, direi che la fascia di età a cui è rivolto possa estendersi anche a lettori in fase adolescenziale. Non è soltanto un mio pensiero, ma ne ho avuto una testimonianza nel momento in cui ho ritenuto opportuno, poter leggerlo in presenza di una ragazzina al mio fianco. Ero intenzionata a capire la sua reazione, e l'ho colta nel momento in cui ho notato in lei un interesse e un coinvolgimento non soltanto emotivo; pagina dopo pagina la sua curiosità accresceva e nei suoi occhi traspariva uno luccichio alquanto insolito, ma incantevole. È davvero stupefacente quante emozioni siano in grado di suscitare i bambini, e come siano capaci, attraverso le loro parole e le loro azioni di arrivare anche ai cuori più freddi, di smuovere le coscienze di coloro con un animo arido e imperturbabile. In questo racconto non vi è uno scenario fiabesco, non vi è la presenza di draghi, streghe o lupi cattivi, nè castelli o palazzi, ma al contrario è descritta la realtà quotidiana a cui alcuni bambini e adolescenti, sono costretti a far fronte mentre altri a contemplarla dall'esterno. In questa storia si cela tantissimo amore, un sentimento spesso dato per scontato, e a volte descritto superficialmente e anche in modo sbagliato, ma in questa storia è qualcosa di semplice e puro, proprio come la dimostrazione di vera amicizia in grado di legare la protagonista alla sua cara amica, Cloe. Attraverso l'affetto dei suoi amici, della sua maestra e di tutto colori a cui è legata, essa avrà il coraggio di riscoprirsi, di non considerarsi un errore, ma di imparare a crescere e volersi bene, iniziando un nuovo capitolo della sua vita con la consapevolezze di credere in sè, e nelle sue doti. In conclusione, credo questo libro sia da considerarsi un racconto educativo, capace di indurre chiunque possa leggerlo alla riflessione e all'arricchimento formativo e morale. Per quanto breve, posso assicurarvi che è ricco di contenuti forti ed evidenti, si potrebbe discutere a lungo sui temi e gli argomenti affrontati al suo interno, ma non vorrei dilungarmi. A chiunque decida di intraprendere questa lettura, consiglio di lasciarsi andare alle proprie emozioni e di poter soffermarsi su di esse, ponendo maggiore attenzione anche al dettaglio apparentemente, meno rilevante.

lunedì 11 giugno 2018

Blog tour: Wild Lake di Bianca Ferrari [Intervista social]


Buongiorno lettori, quando ho organizzato questo blog tour ho pensato di inserire questa tappa, sotto approvazione dell'autrice, per rendere questa esperienza più interessante e coinvolgere i lettori stessi.
L'idea è nata spulciando su Wattpad. Si tratta di domande ai personaggi principali di Wild Lake. Ad intervistarli sono stati proprio alcuni tra voi lettori.
Comunque sia, spero vi divertiate nel leggere quanto segue ma prima vi lascio il calendario con le restanti tappe.



Per Andrew

Da Livia – cosa vorresti dire alla tua autrice, se ti fosse possibile, visto cosa vi ha combinato? Credi che ti abbia trattato bene o che sia stata un po' sadica con te?

Devo ammettere che Bianca mi ha regalato un background davvero doloroso e che non mi ha reso le cose facili. Ma mi ha anche dato la possibilità di lottare per una nuova visione della vita e mi ha messo a fianco una persona davvero davvero speciale. J. Lee.

Da Livia – confessa! Hai mai visto J. Lee in modo diverso rispetto a una carissima amica? Anche solo per un pochino? Dicci, dicci!

Assolutamente no. Bleach! Cioè non che non sia una bellissima ragazza, ma è come una sorella, e poi è confusionaria, rumorosa, casinista. Non potrei mai! Ma la amo tantissimo, per lei farei qualsiasi cosa. È la mia famiglia.

Da Emanuela – non sei mai stato tentato di baciare la piccola rossa? Neanche un piccolo pensiero sconcio?

Quando è arrivata a casa mia ero un ragazzo distrutto. Non avevo pensieri sconci su niente e su nessuno e la nostra relazione si è subito incentrata su una fantastica amicizia. Mi è stato impossibile da quel momento in poi sessualizzarla, nonostante sia più che attraente. Meglio dedicarmi alla mia nuova vita e alle coinquiline che mi aspettano :D

Da Laura – come pensi che sarebbe stata la tua vita se J. Lee non fosse entrata a farne parte? Credi che avresti trovato un modo per risollevarti? Saresti riuscito a perdonare Nate?

Una domanda davvero difficile. Sono piuttosto sicuro che non sarei mai stato in grado di trovare la forza e la solidità per perdonare Nathaniel, ma voglio sperare, per non sentirmi troppo sfigato, che avrei trovato un modo per riprendermi. Di certo avrei perso un sacco di tempo e probabilmente avrei perso l'occasione di costruirmi la carriera soddisfacente che ora mi riempie di soddisfazione.



Per Nathaniel

Da Livia – cosa vorresti dire alla tua autrice, se ti fosse possibile, visto cosa vi ha combinato? Credi che ti abbia trattato bene o che sia stata un po' sadica con te?

Credo che per ciò che sono e per tutto quello che ho combinato Bianca sia stata fin troppo gentile con me: mi ha dato una possibilità di redenzione e mi ha fatto incontrare l'amore della mia vita. Per uno capace di tradire il proprio migliore amico nel momento peggiore del mondo, di distruggere ogni cosa che toccava... ho ricevuto solo regali da lei. I migliori del mondo. E se per ottenerli ho dovuto attraversare le fiamme dell'inferno, beh, me lo sono più che meritato.

Da Livia – che sei un gran manzo già te l'avranno detto, nonostante questa certezza, te lo ribadisco: sei un gran manzo! Detto ciò ti va di dirci le sensazioni che hai provato la primissima volta che hai incontrato J. Lee?

Grazie per i complimenti! arrossisce e stringe una mano a J. Lee. La guarda con amore e torna a rispondere. La prima volta che ho incontrato J. Lee sono rimasto stordito. Tutto in lei urlava “sono diversa da chiunque tu abbia conosciuto in vita tua”. Ed è stato complicato gestire le emozioni provocate da quel turbine dai capelli ricci, soprattutto quando avevo già un carico decisamente pesante sulle spalle di aspettative e paure. Quando l'ho vista davvero per la prima volta, quando mi sono soffermato su di lei, ho pensato che era la perfezione, il paradiso. Il mio Eden.

Da Livia – potresti mica mandarci una tua foto nudo con dedica? Graaaazie! (FOTO ALLEGATA)

Da Livia – vorremmo che scrivessi una dedica “di getto” per il tuo grande amore. Mostraci la tua anima (e se vuoi anche qualcos'altro)

Cara Livia, ho già fatto fin troppo con la foto sopra, alla fine per quanto la mia ragazza sia abbastanza easy, sa essere piuttosto gelosa e non vorrei scatenare la belva che c'è in lei, per cui non mostrerò altre parti del mio corpo, scultoreo ehm...

Cercherò di tirare fuori il mio lato romantico, anche se chi mi conosce sa che do il mio meglio in

altre situazioni, diciamo.

J. Lee, amore mio, da quando condivido con te la parte migliore della mia anima, non c'è stato giorno in cui non mi sia sentito a casa. Ho avuto paura, ho temuto che mi sarei perso, di nuovo, ho pensato che sarei rimasto solo. Ma tu hai portato il seme della speranza e sei diventata il porto a cui tendere, a cui tornare. Come la Penelope di Ulisse, proprio come hai detto tu.

Da Laura – Qual è il più bel momento che hai passato con J. Lee?

Non posso dirlo senza spoilerare pesantemente ed essere linciato da Bianca (che ricordiamoci, ha in mano la mia vita). Posso dire che non è narrato direttamente nel romanzo, ma è stato il momento più felice di tutta la mia vita.

Da Laura – Pensi che foste destinati a incontrarvi?

Non sono una persona fatalista e, sinceramente, spero che non sia stato il destino a mettere sulla bilancia il regalo del nostro amore, con il pagamento del “fatto”: ciò che ha passato J. Lee non lo augurerei a nessuno al mondo e se potessi ridarle indietro ciò che ha perso lo farei.

Anche se la mia vita non avrebbe più alcun significato, da quel momento in poi.

Da Laura – Ma soprattutto, come diamine hai potuto fartela con la ragazza di Andrew in un momento del genere?!?!?! Che ti è passato per la testa? Meno male che poi ti sei fatto perdonare!

Tu sì che sai mettere il dito nella piaga, Laura!

Mi sono sentito davvero enormemente solo. Lo sono sempre stato, ma in quel momento non avevo più neanche Andrew. I sensi di colpa mi ammazzavano e l'alcool non ha aiutato. Ho veramente raggiunto il fondo e Lauren era lì che aspettava il mio cedimento. E io non ho avuto la forza per essere migliore di quello che sono stato.

E credo che se non ci fosse stata J. Lee, Andrew non mi avrebbe mai perdonato!



Per J. Lee

Da Livia – cosa vorresti dire alla tua autrice, se ti fosse possibile, visto cosa vi ha combinato? Credi che ti abbia trattato bene o che sia stata un po' sadica con te?

Bianca è stata una vera stronza! Me ne ha combinate di ogni colore. Sia prima del mio arrivo a Broken Arrow (maledetta lei), sia dopo. Però devo ringraziarla anche per alcune cose: primo per avermi donato un carattere così determinato e solare, grazie al quale sono riuscita a superare anche le prove più dure. La seconda motivazione è di avermi regalato una nuova famiglia. Non mi ha lasciata sola e questo non è poco.

Da Livia – tu appari come una ragazza molto forte, solare e sicura di te. Nonostante questo, non hai avuto almeno un po' di paura quando ti sei resa conto di provare qualcosa di forte per Nate, visti i suoi tormenti interiori e il suo carattere introverso?

Se mi sono spaventata? Me la sono fatta sotto!!! Non tanto per il suo modo di essere o per la sfida che rappresentava: da quel punto di vista niente mi avrebbe proibito di vincere quella sfida. Il problema è che, diamine l'avete visto? Cosa posso c'entrare io con uno così? Con la sua esperienza, il suo fascino, la sua... esperienza l'ho già detto? Non mi sentivo all'altezza e quindi ho negato a lungo. Anche perché lui non mi ha certo reso la vita facile!

Da Emanuela – un pensierino su Andrew non l'hai mai fatto? Non hai mai pensato a come sarebbe potuto essere tra di voi?

Assolutamente no! Non è che io non abbia gli occhi e non noti quanto è figo, sia chiaro, ma ci sono persone che riconosci come famiglia e con lui è stato subito così. Come avere un fratello maggiore al quale però bisogna insegnare praticamente tutto! Gli ho tirato le orecchie, metaforicamente, talmente tante volte che come potrei pensare mai di farci sesso insieme? No! Bleach!

Da Laura – sono curiosa, come si sono conosciute la tua mamma e quella di Andrew? Vorrei saperne di più su questo legame.

Mia mamma e quella di Andrew si sono conosciute al liceo. Vivevano proprio a Broken Arrow e, insieme ad Alice, erano le tre A: amiche di quelle con cui ti riconosci a pelle da subito e con le quali

condividi ogni tuo segreto e ogni tua passione. Insieme hanno fatto qualsiasi cosa, poi piano piano la vita le ha portate ad allontanarsi fisicamente, ma hanno continuato a sentirsi ogni giorno, fino alla morte di Alice e poi... beh, lo sapete.

Da Laura – sei una persona ottimista?

No. Sono l'ottimismo fatto a persona :D.

La vita sa essere davvero bastarda, Laura, ma se ci si concentra su ciò che ci fa soffrire entriamo in un circolo vizioso senza fine. Bisogna cercare il lato positivo sempre e se per questo a volte vengo tacciata di essere un po' troppo Pollyanna... beh, io sorrido!

Da Laura – C'è qualcosa che non potresti mai confessare a Nate?

Assolutamente no! Sono un libro aperto per lui, sono una persona profondamente trasparente e in più, ora, lui è il mio migliore amico, oltre che il mio ragazzo, per cui non c'è niente che non gli direi.

Si avvicina alle lettrici e sussurra: “Però non ditegli quant'è bono... il formaggio con le pere, amore, cosa pensavi??” cambia argomento quando lui si avvicina. Poi si allontanano e salutano le lettrici. Una volta usciti dalla porta J. Lee fa capolino velocemente e dice sottovoce: “Ian Somerhalder!”



Con questo è tutto, un ringraziamento particolare ai lettori che si sono prestati e all'autrice stessa. Alla prossima bizzarra idea <3

domenica 10 giugno 2018

Blog tour: The slayer di Daniela Bellisano [Uscita e 1°capitolo]


Buongiorno lettori, eccoci giunti alla tappa finale di questo blog tour.
Nel giorno della sua uscita avrete modo di leggere il primo capitolo di questo libro... mentre, sotto quest'ultimo troverete l'intero calendario delle tappe, nel caso volesse rivederne qualcuna.
1.
Voglia di libertà





Tenue era il raggio di sole che si insinuò tra le sottili tende di stoffa bianca nella stanza da letto di Dana Barrons, risvegliandola. Erano le sette del mattino e Dana aveva la testa sprofondata nel morbido cuscino in lattice, mentre il suo corpo era avvolto da una moltitudine di coperte – tre per la precisione – senza ovviamente contare le lenzuola rigorosamente di pura flanella.
Era inizio febbraio, pieno inverno per i gusti della giovane Barrons.
Dana era sempre stata una gran freddolosa, neanche in piena estate sentiva la grande urgenza di liberarsi del suo amato piumino, in perfetto stile Linus. I suoi genitori e la sua migliore amica la prendevano in giro costantemente per questo suo piccolo capriccio, ma per Dana non era affatto un capriccio, lei sentiva veramente freddo, forse la sua cittadina era la più fredda di tutto il Minnesota, o forse addirittura di tutto il mondo, visto le poche volte che si era spostata per qualche piccola gita fuori città e aveva riscontrato, anche solo a distanza di pochi chilometri, un clima diverso, più mite, ̶ sempre che si possa definire mite il clima del Minnesota.
Mugugnando ancora mezza addormentata, Dana allungò un braccio verso il comodino alla sua destra per afferrare il cellulare dove era impostata la sua sveglia mattutina al solito orario delle 7:15. Mancava un minuto, erano le 7:14, come sempre, per non iniziare la giornata con quel rumore assordante. A quell’orario per lei anche la dolce melodia dei Nightwish con la canzone Turn Loose the Mermaids le risultava assordante. Sicuramente il marciare di un intero plotone di soldati sarebbe stato meno rumoroso dell’effetto amplificato della suoneria della sveglia sul comodino in legno; così come sempre si svegliava automaticamente un minuto prima che la sveglia squillasse. Repentina la staccò mollando il cellulare sul comodino e girandosi dall’altro lato, chiudendo gli occhi.
Il raggio di sole, malandrino, però non era affatto d’accordo con la voglia di dormire, anche solo altri cinque minuti – che poi si trasformavano in quindici, venti, e infine passava mezz’ora – che Dana si concedeva ogni mattina, infatti sembrava che il piccolo soffio di sole avesse studiato appositamente quell’angolazione precisa – tra l’unico spiraglio che lasciava libero la tenda e il battente della finestra – per puntare precisamente sul viso della ragazza, esattamente negli occhi, giusto per svegliarla per bene.
Dana cercò di sprofondare con la testa un po’ più sotto, ma una scarica di dolore al collo l’avvertì che non era propriamente una buona idea.
«Maledetto raggio di sole e maledetta cervicale infiammata! Questa è una congiura!» disse scostando di botto le varie coperte, mettendosi seduta sul letto con fare arrabbiato e insonnolito. Sbuffando si alzò mettendosi le mani nei capelli, ritrovandoli subito pieni di nodi e cotonati in uno strano aggruppamento ai due lati della testa.
Passando davanti lo specchio del grande armadio bianco di fronte al letto, Dana scoppiò a ridere guardando lo stato post-notte di quella mattina.
«Wow! Potrei partecipare al provino di un film tipo “Il risveglio dei morti viventi” sarei perfetta» sorrise, beffeggiandosi di se stessa come tutte le mattine. 
Come tutte le ragazze, anche Dana non amava alcune parti del suo corpo, ma a differenza di molte aveva sempre saputo accettare e amare i suoi “difetti estetici”. Guardandosi allo specchio si schiacciò con l’indice il naso a patata con la punta all’insù, stile francesina, che lei non amava particolarmente visto i punti neri che lo opprimevano e la malformazione interna che le aveva deviato il setto nasale impedendole di sentire qualsiasi odore; una vera scocciatura per chi come lei amava la natura e desiderava poterne assaporare i profumi. Il suo viso era ovale con zigomi pieni, anche troppo per i suoi gusti e i fianchi, be’ i suoi fianchi da che ricordasse erano sempre stati ben arrotondati, ma non si considerava grassa, affatto, aveva la carne al posto giusto, così diceva sempre, e questo molti ragazzi lo avevano sempre apprezzato.
Se qualcuno, per un quiz o altro, avrebbe chiesto agli abitanti di Stone Town una sola parola per descrivere Dana Barrons, tutti avrebbero sicuramente risposto: solare. Dana era sempre e costantemente solare, niente e nessuno riusciva mai a metterla di cattivo umore, anche quando qualcosa andava storto, o i suoi le vietavano di fare una gita fuori porta con Sarah, lei non si arrabbiava, questa era la sua più grande qualità.
«Bene, è ora che dia una sistemata a questi capelli» disse parlando con la sua immagine riflessa allo specchio.
Come da abitudine, si avvicinò prima di ogni altra cosa allo stereo e pescò la sua canzone preferita tra le migliaia tracce nell’Ipod, che poi collegò alle casse, da dove iniziò a fluire, a un volume quasi assordante, She Wolf (Falling to pieces) nel perfetto duo David Guetta e Sia.
Ondeggiando con la testa, seguendo il ritmo della musica, si incamminò verso il bagno che comunicava con la sua stanza e ne recuperò una spazzola con cui iniziò a districare i nodi davanti lo specchio. I suoi capelli erano lunghi fino a metà schiena – quando non erano in stile cotonamento notturno – di un castano dorato molto chiaro che contrastava perfettamente con i suoi occhi cerulei. Molte volte le avevano chiesto cosa significasse cerulei e lei, con orgoglio, spiegava che era un misto di verde, grigio e azzurro. Gli occhi di Dana erano molto particolari perché cambiavano a seconda del tempo atmosferico: d’estate erano più tendenti all’azzurro-grigio, mentre d’inverno il verde dominava su gli altri colori. Dana aveva sempre pensato che il suo punto forte fossero gli occhi, e se era vero il detto che “gli occhi sono lo specchio dell’anima” allora la sua anima non doveva poi essere così male, almeno sperava!
«What do you see in those yellow eyes? ‘Cause I’m falling to pieces…’» cantò una delle sue strofe preferite… non aveva mai visto un lupo da vicino, ma le sarebbe piaciuto incontrarlo per osservare i suoi occhi, erano veramente ambrati come l’oro appena fuso? O il grano appena raccolto? Sarah, la sua migliore amica, le aveva chiesto più di una volta perché continuasse a cantare quella strofa, era l’unico passaggio della canzone che cantava con tutta se stessa. Per Sarah era strano che Dana, solare com’era, cantasse di qualcosa che cadeva a pezzi, proprio lei che era sempre salda nelle sue idee e nei momenti difficili. Dana, a quella domanda, non sapeva proprio come rispondere, così ogni volta alzava le spalle in un gesto da “non so perché lo faccio, ma lo faccio lo stesso”.
Districati finalmente i nodi, Dana si vestì con un lupetto blu elettrico e un paio di jeans skinny e le fidate snakers. Uscì dalla sua stanza spegnendo l’impianto stereo appena finì la canzone e attraversò il lungo corridoio che la portava in cucina seguendo, come un cane segugio, il profumo di brioches appena sfornate.
«Ciao nonnina!» esclamò salutando sua nonna Margareth intenta a infornare una nuova teglia di brioches al cioccolato e crema.
«Buongiorno Dana! Credo di aver perso un nuovo grado di udito grazie al tuo stereo» disse sorridendo fra sé. 
Margareth era la fotocopia invecchiata di sua nipote, soprattutto per quanto riguardava il sorriso infatti, come Dana, Margareth, nonostante fosse diventata vedova molto presto, dovendo crescere due figli da sola, aveva affrontato tutto con il sorriso e tanta, tantissima determinazione. Margareth era un vero mito per sua nipote, che l’adorava.
«Su nonna, so che anche a te piacciono David e Sia» la punzecchiò Dana.
«Ai miei tempi Elvis non urlava come un ossesso e non c’era quel sottofondo spacca timpani! Quelle di Elvis sì che erano canzoni…» sospirò ricordando i bei vecchi tempi.
Dana, approfittando del tuffo nei ricordi di sua nonna, si avvicinò di soppiatto al vassoio pieno di brioches appena sfornate e ne arraffò una sorridendo soddisfatta e allontanandosi con il suo bottino.
«Dana Barrons, dove scappi? Ho visto che hai rubato una brioches! Sono per la festa a scuola di tuo fratello, ragazzina!» le urlò dietro sua nonna, mentre Dana correva intorno al tavolo e poi, con un veloce scatto, raggiunse sua nonna e la baciò velocemente sulla guancia, per poi eclissarsi.
«Ti voglio bene nonna!» urlò uscendo di casa, una villetta su un solo piano, nel bel mezzo dei terreni Barrons, a qualche chilometro appena da Stone Town.
Margareth sorrise verso la porta per poi voltarsi e continuare nel suo lavoro.
Dana uscì di casa, rabbrividendo all’istante.
«Uffa, ma quando arriva l’estate?» si domandò osservando il cielo costantemente grigio.
La famiglia di Dana era proprietaria di molti terreni che circondavano la casa e dove vi era fondata la fattoria gestita da suo padre.
«Ciao papà!» urlò lei verso il recinto dei cavalli, dove suo padre stava strigliando il giovane Cayman, un puledro un po’ eccentrico visto che gli piaceva leccare i suoi zoccoli, ma comunque era il preferito del padre perché nessuno poteva battere Cayman in una gara, lui era una vera e propria freccia nera.
Mike, il padre di Dana, sollevò una mano per salutare la figlia, sorridendole amorevolmente per poi ritornare al suo lavoro, mentre Dana si avviava verso la sua meta preferita.
Un turbine dai capelli dorati le arrivò da dietro facendole quasi perdere l’equilibrio. Axel, il fratellino di cinque anni, era un vero tornado, dove passava lui lasciava il segno, ovvero una scia di giocattoli, o qualsiasi cosa trovasse utile per giocare in quel momento. Dana si voltò e abbracciò il suo adorato fratellino sollevandolo da terra e facendolo girare veloce come tanto gli piaceva. Nonostante i quindici anni di differenza, i due andavano molto d’accordo e si adoravano a vicenda.
«Stai andando a scuola, piccolo moccioso?» gli chiese mettendolo finalmente a terra, mentre Speedy, il loro piccolo cane grande come un gatto adulto, anche se aveva ormai tre anni, saltellava allegro intorno ai due fratelli.
«Sì. La mamma mi accompagna a scuola insieme alla nonna. Lo sai che nonna ha fatto delle brioches per la festa a scuola?»
«Sì, ne ho anche rubata una» disse Dana mostrando al fratello il suo bottino e strizzandogli l’occhio in segno di complicità. «Ma non dirlo a nessuno, ok?»
«Certo! Sarà il nostro segreto!» rispose felice lui.
«Axel, su dobbiamo andare!» lo chiamò Daphne, loro madre. «Dana, tu non fare troppo tardi, ci sono i panni da stendere e devi aiutare tuo padre con la recinzione per le mucche» le urlò dalla macchina.
«Certo mamma!» la salutò Dana, dopo aver dato un bacio ad Axel che partì di corsa in una gara improvvisata con Speedy in direzione della macchina.
Dana continuò la sua camminata mattutina, lasciando la fattoria per inoltrarsi nel boschetto subito dopo casa sua. Immersa nel bosco si sentiva libera e felice. Le piaceva accarezzare i tronchi robusti degli alberi e osservare il timido sole filtrare dalle chiome degli alberi. Dopo qualche minuto, il bosco si aprì su una piccola collinetta che Dana raggiungeva ogni mattina per osservare la sua terra.
Si sedette come sempre sull’erba verde in cima alla collina che mostrava da quell’altezza la fattoria e tutta Stone Town. I tetti delle case erano verdi, costruiti con la tipica pietra verde che veniva estratta dalle cave appena fuori città. La pietra verde era il pezzo più importante dell’economia della cittadina, una pietra forte, resistente alle temperature più fredde e che con le sue venature dal verde scuro a quello più chiaro dava un senso estetico di eleganza anche alle case meno sfarzose.
Con la brioches alla bocca e il cioccolato ancora caldo a mandare in estasi le sue pupille gustative, Dana osservava quel paesaggio con affetto e un pizzico di angoscia. Sarebbe stata quella la sua vita da qui alla sua morte? Era destinata a passare la sua vita in quella città, amava la sua città e anche i suoi abitanti impiccioni, ma ogni giorno che passava si sentiva opprimere come se le mancasse l’aria. Dana era uno spirito libero, voleva vivere, viaggiare, esplorare nuovi luoghi, culture e conoscere tanta gente nuova, ma niente di tutto ciò poteva farlo a Stone Town. I suoi genitori erano sempre stati molto protettivi nei suoi confronti, rare volte le avevano permesso gite fuori porta e quando succedeva Dana doveva essere sempre in compagnia di Sarah, che aveva la sua stessa età, ma i Barrons sembravano fidarsi solo se Dana uscisse in sua compagnia e lei non si era mai lamentata per questo. Sarah, d’altronde, era la sua migliore amica. Aveva finito gli studi, il college non faceva per lei, almeno non ora, quindi ora si ritrovava a un punto della sua vita in cui doveva decidere come vivere e ogni giorno, sul picco di quella collina, si poneva sempre la stessa domanda: Voglio vivere così?
Fino a quel giorno non aveva mai trovato una risposta, ma ora era diverso… si era svegliata di nuovo con l’opprimente sensazione che si trovasse nel posto sbagliato e quel giorno quella sensazione era più forte che mai.
Dana aveva molti sogni, ma non sapeva cosa volesse diventare veramente. Quando era piccola desiderava diventare direttrice d’orchestra, le era sempre piaciuta quella figura che con determinazione muoveva mani e braccia in gesti precisi, governando un’orchestra più o meno grande. Crescendo aveva pensato di diventare un’astronauta, magari un bel viaggetto per lo spazio le avrebbe permesso di capire chi fosse veramente, ma aveva ben presto abbandonato questa aspirazione quando all’età di dieci anni aveva iniziato a leggere i suoi primi libri, decidendo infine di provarne a scrivere uno anche lei. La fantasia di certo non le mancava e da una storia ne era nata una seconda e poi una terza, un susseguirsi di avventure per personaggi sempre diversi, ma con sempre un fattore dominante in comune: la libertà.
Dana voleva essere libera come i suoi personaggi, magari non poteva diventare una strega o una regina, la prima non esisteva e la seconda non era nel suo albero genealogico, ma comunque poteva cercare di crearsi il futuro secondo le proprie volontà.
Un soffio di vento gelido la fece tremare, inducendola a sprofondare nel collo alto del lupetto fin sopra al naso. Doveva tornare a casa, c’erano così tante cose da fare, ma non ne aveva voglia, le sarebbe tanto piaciuto poter mollare tutto è partire, proprio come aveva fatto Camryn nel libro Il confine di un attimo, il suo romanzo rosa preferito. Camryn non solo aveva trovato l’amore fuggendo dalla sua vecchia vita, ma aveva capito cosa volesse veramente dire il verbo vivere.
Con uno scatto si alzò in piedi, determinata. 
«Perché non posso farlo pure io?» si chiese ad alta voce, continuando a osservare la sua città. «Qui mi trattengono molte cose, prima fra tutte la mia famiglia. Ma non posso continuare così, ho bisogno di evadere, di assaporare anche solo per un po’ la libertà, la vita. D’altronde tutto questo, la mia famiglia, ci saranno anche quando tornerò, dove vuoi che vadano?» disse auto-convincendosi. 
Con un moto di determinazione si lanciò di corsa verso il bosco da cui era arrivata, dirigendosi verso casa. Il cuore le batteva forte all’idea che potesse veramente commettere quella pazzia che agognava da molto. Per una volta non si sarebbe guardata indietro, ma solo avanti.
Arrivò a casa con il fiatone e per sua fortuna non c’era nessuno in giro. Volò in camera sua e afferrò la sua borsa più grande buttandoci dentro un cambio di vestiti, Ipod, il kindle – perché senza libri e musica non si poteva di certo viaggiare – e uscì di casa al volo, afferrando qualche banconota che le sarebbe servita per sopravvivere. Si continuava a ripetere che era una follia, che non poteva realmente lasciare tutto e tutti, così prima di uscire dalla sua camera aveva lasciato un veloce e sbrigativo biglietto ai suoi familiari: 

Ho bisogno di libertà. Ho deciso che andrò via per qualche giorno, ma tornerò presto. Non preoccupatevi per me. Vi voglio bene, Dana.

Scritto questo, uscì di casa prima che arrivasse qualcuno a fermarla e si incamminò verso la fermata del pullman, non molto distante da casa sua.
Si sentiva euforica come non mai e quel senso di oppressione, appena uscita di casa, si stava pian piano dissolvendo. Il pullman arrivò nel preciso istante in cui un suo concittadino, il signor Brike, si accostava a Dana con la sua bicicletta blu. Da quel che ricordava lei, il signor Brike aveva sempre avuto quella bici e non lo aveva mai visto camminare a piedi, la bici era quasi una parte del corpo di quel bizzarro uomo sempre imbronciato.
«Buongiorno, Signor Brike» lo salutò Dana aspettando che le porte dell’autobus si aprissero.
«Dana, dove stai andando?» chiese lui, brusco e sospettoso.
Cavolo! Di certo non poteva dire che stava scappando di casa, doveva inventarsi qualcosa anche se a lei non piaceva per niente mentire. 
«Vado a Salidas a comprare qualche nuovo libro» disse sfoggiando il suo sorriso più convincente. Di certo non era un segreto che a Dana piacesse leggere visto tutte le volte che era rimasta fino all’orario di chiusura della biblioteca per leggersi un libro, in pieno stile Matilde sei mitica, peccato che lei non avesse i poteri magici di Matilde. Non era neanche strano che lei prendesse l’autobus per la vicina città di Salidas, famosa per i suoi numerosi centri commerciali.
Brike piegò la testa di lato osservando Dana con attenzione, sembrava quasi che le volesse leggere nella mente, ma poi improvvisamente disse: «Sarah viene con te?»
Ecco, di nuovo sempre la solita storia! Possibile che anche gli abitanti di Stone Town, non solo la sua famiglia, preferissero che lei non viaggiasse senza Sarah come scorta? Era inaudito!
«Sì. Salirà alla prossima fermata» mentì Dana.
«Ok» disse Brike, rimettendosi diritto sulla sua bici. 
Dana lo salutò e finalmente poté salire sull’autobus. Per sua fortuna era praticamente vuoto, così poté fare il biglietto fino al Kentucky senza che nessuno dei suoi concittadini ficcanaso facessero la spia.
Il Kentucky era stato il primo stato a venirle in mente lì per lì, magari poi sarebbe scesa prima, o magari avrebbe continuato finché il suo didietro non avrebbe chiesto pietà per i giorni interi in pullman che l’attendevano.
Nessuno salì all’unica fermata nel centro di Stone Town, così quando il pullman varcò la fine della città, Dana si sentì veramente libera e pronta a vivere quell’avventura che l’avrebbe portata molto più lontana di quanto si aspettasse.


A presto e buona domenica a tutti!


Recenzione: Starcrossed il risveglio della dea di Josephine Angelini

Buongiorno lettori! So che vi ho fatto aspettare molto ma sono tornata! Oggi vi parlo del primo volume di una trilogia. Molti lo conoscerann...